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Accordo Regioni Governo - ora certezze per i lavoratori dei CPI


ACCORDO REGIONI-GOVERNO SU POLITICHE ATTIVE RISULTATO MOBILITAZIONE

Ora risorse per Province e Città Metropolitane e certezze per i lavoratori dei Centri per l’impiego

L'accordo raggiunto tra Regioni e Governo sul futuro delle politiche attive rappresenta una prima importante vittoria della mobilitazione di questi anni e alla difesa del ruolo pubblico dei Centri per l’impiego.

La copertura delle risorse per il personale dei Centri per l’Impiego e la stabilizzazione del personale precario sono senza dubbio un passo importante ma come possiamo vedere dai dati il calo di personale in questi anni rischia di compromettere, visto che il trend rischia di rimanere questo, i servizi pubblici all’impiego.

Personale in servizio ad oggi nei CPI della Città metropolitana di Venezia

  • Cpi Mestre e Venezia n.19
  • Cpi Chioggia n.5
  • Cpi Dolo n.6
  • Cpi Mirano n.8
  • Cpi Portogruaro n.4
  • Cpi San Donà di Piave n.7
  • Cpi Jesolo n.3

Dipendenti in servizio nel 2015 n. 73

Dipendenti in servizio al 1.1.2017 n. 63

Dipendenti in servizio ad oggi n. 52

Dobbiamo anche ricordare che ai Centri per l’impiego sono state attribuite nuove competenze dalle riforme del Lavoro degli ultimi anni in particolare per il lavoro stagionale.

Le migliaia di lavoratori stagionali che intendono accedere alle forme di sostegno al reddito, NASPI, devono siglare Il Patto di Servizio proprio presso il Centro per l’Impiego al fine di agevolare la ricerca di una nuova occupazione. Questo prevede l’obbligo di partecipare ai corsi di formazione per i quali si è chiamati a partecipare, e l’accettazione di proposte di lavoro congrue.

  • Partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro;

  • Partecipazione ad iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;

  • Accettazione di congrue offerte di lavoro come definite dall’articolo 25 del decreto legislativo numero 150.

Si tratta di quelle che chiameremmo “politiche attive del lavoro" e che non dovrebbero essere viste come un sussidio ma come reali strumenti per costruire la possibilità di un reimpiego del lavoratore. La destrutturazione del sistema pubblico rischia invece di tradursi esclusivamente in un percorso burocratico e formale in cui i Centri per l’Impiego, proprio per la grande mole di lavoro, rischiano di trasformarsi in timbrifici.

Le ragioni dello sciopero nazionale del 6 ottobre al momento rimangono confermate dato che serve che si concretizzi l'impegno del Governo a stanziare in legge di Bilancio le risorse per i Centri per l'impiego ma anche un ulteriore passo per le risorse necessarie al funzionamento e al rilancio della Città Metropolitana.

Oltre a questo è necessario che si apra subito un confronto con i rappresentanti in Consiglio Regionale, e per questo abbiamo inviato una richiesta di confronto alla Terza Commissione, per discutere i contenuti della riforma presentata dalla Giunta che prevede il passaggio del personale dei centri per l’impiego e di ulteriori competenze a Veneto Lavoro.

Come Cgil crediamo che serva una discussione vera per il rilancio delle politiche del lavoro nel nostro territorio e che pertanto qualunque ipotesi di spostamento di competenze a Veneto Lavoro vada accompagnato da un credibile piano industriale di cui oggi non abbiamo notizia.

Come Cgil chiediamo anche che prioritariamente ci siano garanzie occupazionali precise per il personale, allo stesso modo di come è stato fatto per tutti i dipendenti delle funzioni non fondamentali transitati dalla Città Metropolitana alla Regione.

Venezia, 08.09.2017.


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