Fondazione Musei, risultati consolidati. Occorre investire sul personale
È sicuramente un risultato importante quello della Fondazione Musei Civici di Venezia che conferma, secondo una ricerca commissionata da Federculture, la sostenibilità in termini di autonomia finanziaria ma non serve gongolare o compiacersi di risultati che hanno le loro radici nel passato se poi non si investe sulle persone che sono determinanti per raggiungere questi risultati.
Non vi è dubbio che questi dati siano anche frutto dell’aumento della presenza turistica nel nostro territorio che in questo caso fruisce anche di importanti canali culturali.
La Fondazione MuVe può contare, secondo il rapporto, su oltre 30 milioni di incassi che coprono il 96% delle sue necessità.
L'Autonomia Finanziaria la Fondazione non l'ha certo raggiunta con questa Giunta dato che almeno dal 2011 risulta esservi già un utile di esercizio, peraltro in crescita dal 2013.
Sono numeri positivi che dimostrano come la gestione pubblica della cultura possa portare a risultati importanti. Spesso sentiamo dire che la privatizzazione dei grandi siti culturali sia la strada per dare loro una sostenibilità ma noi continuiamo a pensare che la governance della cultura debba restare in mani pubbliche.
Non è però oro tutto quello che luccica.
Andando ad esaminare gli ultimi dati disponibili presenti sul sito della Fondazione, emerge come il risultato sia costruito principalmente sui numeri di Palazzo Ducale, con oltre 1 milione e 400 mila visitatori (incremento di 71 mila rispetto al 2016, pari al 5.4%), ovvero il 60% del totale. Vale la pena ricordare che proprio Palazzo Ducale è stato chiuso al pubblico dal Sindaco in alcune occasioni per poter ospitare iniziative di gala.
Il peso di Palazzo Ducale è il segno di una programmazione che deve essere rivista in modo da rendere appetibili ai visitatori anche le sedi museali più piccole e magari meno conosciute.
Un dato che ci sembra significativo, vista la scelta di Brugnaro di nominare un’imprenditrice alla Presidenza della Fondazione, è la capacità di fundraising attraendo contributi dai privati. Con soli 978 mila euro raccolti nel 2017 la Fondazione si colloca molto al di sotto rispetto al Maxxi di Roma (quasi 2 milioni e 300 mila), Consorzio Venaria Reale (3 milioni) ed il Museo Egizio (1 milione e mezzo).
Inoltre, il risultato economico è dovuto anche al fatto che in questi anni sono state poche le assunzioni presso la Fondazione Musei quando invece servirebbe personale per rafforzare l’attività dell’ente.
Vediamo infatti come tra il 2016 e il 2017 l’organico ha perso ben 11 impiegati, arrivando a 78 unità il numero più basso dal 2014 ad oggi, guadagnando un Quadro e mantenendo costante Dirigenti ed Operai. Un numero di fatto che ad oggi scarica sui pochi addetti la qualità e la quantità della programmazione di mostre, eventi ed attività della Fondazione.
Rispetto ai costi della produzione il costo del personale incide solamente per circa il 14%.
Personale che dovrebbe vedere maggiore riconoscimento della propria professionalità con gli adeguati avanzamenti di carriera interna dato che le retribuzioni medie si aggirano intorno ai 1.300 euro.
Non vi è dubbio che questi dati siano anche frutto dell’aumento della presenza turistica nel nostro territorio che in questo caso fruisce anche di importanti canali culturali.
La Fondazione MuVe può contare, secondo il rapporto, su oltre 30 milioni di incassi che coprono il 96% delle sue necessità.
L'Autonomia Finanziaria la Fondazione non l'ha certo raggiunta con questa Giunta dato che almeno dal 2011 risulta esservi già un utile di esercizio, peraltro in crescita dal 2013.
Sono numeri positivi che dimostrano come la gestione pubblica della cultura possa portare a risultati importanti. Spesso sentiamo dire che la privatizzazione dei grandi siti culturali sia la strada per dare loro una sostenibilità ma noi continuiamo a pensare che la governance della cultura debba restare in mani pubbliche.
Non è però oro tutto quello che luccica.
Andando ad esaminare gli ultimi dati disponibili presenti sul sito della Fondazione, emerge come il risultato sia costruito principalmente sui numeri di Palazzo Ducale, con oltre 1 milione e 400 mila visitatori (incremento di 71 mila rispetto al 2016, pari al 5.4%), ovvero il 60% del totale. Vale la pena ricordare che proprio Palazzo Ducale è stato chiuso al pubblico dal Sindaco in alcune occasioni per poter ospitare iniziative di gala.
Il peso di Palazzo Ducale è il segno di una programmazione che deve essere rivista in modo da rendere appetibili ai visitatori anche le sedi museali più piccole e magari meno conosciute.
Un dato che ci sembra significativo, vista la scelta di Brugnaro di nominare un’imprenditrice alla Presidenza della Fondazione, è la capacità di fundraising attraendo contributi dai privati. Con soli 978 mila euro raccolti nel 2017 la Fondazione si colloca molto al di sotto rispetto al Maxxi di Roma (quasi 2 milioni e 300 mila), Consorzio Venaria Reale (3 milioni) ed il Museo Egizio (1 milione e mezzo).
Inoltre, il risultato economico è dovuto anche al fatto che in questi anni sono state poche le assunzioni presso la Fondazione Musei quando invece servirebbe personale per rafforzare l’attività dell’ente.
Vediamo infatti come tra il 2016 e il 2017 l’organico ha perso ben 11 impiegati, arrivando a 78 unità il numero più basso dal 2014 ad oggi, guadagnando un Quadro e mantenendo costante Dirigenti ed Operai. Un numero di fatto che ad oggi scarica sui pochi addetti la qualità e la quantità della programmazione di mostre, eventi ed attività della Fondazione.
Rispetto ai costi della produzione il costo del personale incide solamente per circa il 14%.
Personale che dovrebbe vedere maggiore riconoscimento della propria professionalità con gli adeguati avanzamenti di carriera interna dato che le retribuzioni medie si aggirano intorno ai 1.300 euro.
Con questi utili appare ancora più ingiustificata la scelta di non riconoscere un incremento del premio al personale e di non tutelare tutti i lavoratori esternalizzati.
Dobbiamo ricordare che questa Fondazione con la complicità del Comune, nonostante i risultati, ha scelto di licenziare lavoratori. Sono stati colpiti i più deboli, lavoratori degli appalti che attraverso i cambi di gestione hanno perso il lavoro.
Si tratta di circa 400 lavoratori che hanno subito le gare al massimo ribasso che hanno interessato tutti i servizi in appalto (guardasala, vigilanza, pulizie, bar, bookshop), con applicazione ai neoassunti di contratti più convenienti dal punto di vista economico per l’impresa o con presunte liberatorie imposte dalla società ai nuovi addetti, per proteggersi dal rischio di rivalse legali.
Ricordiamo i 6 licenziamenti impugnati dalla Cgil motivati dal mancato possesso di alcune competenze professionali richieste e che riguardavano lavoratori che avevano acquisito un’esperienza ventennale.
Non possiamo non rimarcare, nelle dichiarazioni di Sindaco, la totale assenza di parole di apprezzamento per il lavoro svolto dai dipendenti e dai lavoratori dei servizi in appalto che, con la loro professionalità e competenza hanno sicuramente contribuito in modo determinante al risultato che premia la Fondazione.
Serve aprire una grande riflessione sul sistema cultura a Venezia che è fondamentale per lo sviluppo della città e di tutta l’area metropolitana per costruire turismo e occupazione di qualità. Chiediamo che ci sia l’apertura di un tavolo di confronto per dare risposte ai cittadini e ai lavoratori e fare in modo che l’attività della fondazione non perda mai di vista l’interesse pubblico e la salvaguardia dei diritti dei lavoratori che permettono di raggiungere obiettivi importanti.
Dobbiamo ricordare che questa Fondazione con la complicità del Comune, nonostante i risultati, ha scelto di licenziare lavoratori. Sono stati colpiti i più deboli, lavoratori degli appalti che attraverso i cambi di gestione hanno perso il lavoro.
Si tratta di circa 400 lavoratori che hanno subito le gare al massimo ribasso che hanno interessato tutti i servizi in appalto (guardasala, vigilanza, pulizie, bar, bookshop), con applicazione ai neoassunti di contratti più convenienti dal punto di vista economico per l’impresa o con presunte liberatorie imposte dalla società ai nuovi addetti, per proteggersi dal rischio di rivalse legali.
Ricordiamo i 6 licenziamenti impugnati dalla Cgil motivati dal mancato possesso di alcune competenze professionali richieste e che riguardavano lavoratori che avevano acquisito un’esperienza ventennale.
Non possiamo non rimarcare, nelle dichiarazioni di Sindaco, la totale assenza di parole di apprezzamento per il lavoro svolto dai dipendenti e dai lavoratori dei servizi in appalto che, con la loro professionalità e competenza hanno sicuramente contribuito in modo determinante al risultato che premia la Fondazione.
Serve aprire una grande riflessione sul sistema cultura a Venezia che è fondamentale per lo sviluppo della città e di tutta l’area metropolitana per costruire turismo e occupazione di qualità. Chiediamo che ci sia l’apertura di un tavolo di confronto per dare risposte ai cittadini e ai lavoratori e fare in modo che l’attività della fondazione non perda mai di vista l’interesse pubblico e la salvaguardia dei diritti dei lavoratori che permettono di raggiungere obiettivi importanti.
Venezia, 15 gennaio 2019.
FP CGIL - FILCAMS CGIL
January 15th, 2019