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GARANTIRE LA TUTELA AGLI OPERATORI DELL’ASSISTENZA AD ANZIANI E DISABILI E DELLE IPAB



In queste giornate complicate sta purtroppo sfuggendo di mano la gestione dei servizi assistenziali rivolti agli anziani e ai disabili: infatti non ci sono indicazioni chiare su quali prestazioni debbano essere erogate ed in quale contesto.

Servono protocolli rigidi a cui devono attenersi le famiglie per garantire la loro sicurezza ma anche quelle degli operatori. Il servizio di integrazione scolastica ai bambini disabili è sempre stato erogato nelle scuole, con la chiusura delle stesse il Governo ha disposto la possibilità che questo servizio venga erogato a domicilio.

Un servizio importante che va mantenuto ai bambini, ma che deve essere fatto in sicurezza e quindi deve esserci una certificazione chiara e quotidiana delle condizioni delle famiglie affinché gli operatori sappiano dove si recano ed in quali condizioni.

I numerosi divieti impongono che i lavoratori prestino la loro attività presso le case degli utenti in una condizione che non è mai stata contemplata, quindi senza la garanzia degli ambienti domestici il servizio non può essere erogato.

Invece, in merito all’assistenza domiciliare agli anziani abbiamo chiesto all’Ulss Serenissima di attivarsi per un controllo dei dati delle famiglie, sia per chi fosse in situazioni di quarantena a domicilio che per coloro che in questa fase non volessero più il mantenimento del servizio. Per fare in modo che questa procedura funzioni c’è l’assoluto bisogno di una stretta collaborazione dei Comuni che conoscono quanto sta avvenendo nei loro territori.

Agli stessi lavoratori dell’assistenza domiciliare devono essere dati gli adeguati dispositivi di protezione a partire da guanti monouso, mascherine e vestiario adeguato. Sono numeri importanti se pensiamo che per il solo Comune di Venezia parliamo di circa 300 lavoratori.

È sorprendente il ritardo del Comune di Venezia che per bocca dell’Assessore Venturini sui giornali rassicura che tutto viene erogato con normalità quando solo di fronte alle sollecitazione del sindacato vengono disposte alcune scelte che il Comune ha ritardato senza motivo, dalla sicurezza degli operatori a quella delle famiglie.

In tutto questo non dobbiamo dimenticarci delle Ipab che hanno bisogno che non si propaghino contagi né tra gli ospiti né tra i lavoratori e quindi vanno date precise prescrizioni sui comportamenti, in molti casi ci pare non stia avvenendo, e precise tutele per quei lavoratori che dovessero trattare casi sospetti e che non possono che essere adeguatamente protetti.

Su tutti questi temi abbiamo inviato una lettera ai Comuni della città metropolitana, alle Ipab e alle residenze per anziani private affinché esercitino in modo chiaro il loro ruolo di tutela della salute pubbliche sia dei cittadini che dei lavoratori.


FP CGIL VENEZIA