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MEDICI ULSS VENEZIANE – INESORABILE AUMENTO DELL’ETA’ MEDIA – A RISCHIO COLLASSO LA SANITA’

I dati aggiornati del conto annuale della Ragioneria dello Stato per quanto riguarda il personale Dirigente Medico non fanno altro che confermare le considerazione che, da tempo, abbiamo fatto come Cgil in merito ad un inesorabile e progressivo innalzamento dell’età media e al rischio concreto del collasso della nostra sanità

Risulta particolarmente preoccupante la percentuale di medici in uscita nei prossimi 10 anni che rischia di portare al collasso la sanità veneziana.

ADDETTI

Partendo dal numero degli addetti possiamo constatare come il personale subisca variazioni non sostanziali, quindi senza un chiaro investimento in assunzioni, che permetta anche al personale in uscita di trasmettere importanti competenze ai neo-assunti. Andando nel concreto dei numeri passiamo, per le due Ulss oggi esistenti, da 1.430 unità del 2010 alle 1.448 unità del 2016.

Nel dettaglio l’Ulss 3 Serenissima passa da 1.090 unità alle 1.099 di oggi, mentre l’Ulss 4 Veneto Orientale da 340 medici a 349.

[raffronto n. addetti Personale Medico delle Ulss dell’Area metropoltiana di Venezia]




Tale scelta, pur essendo aumentati i bisogni di salute della cittadinanza, determina inevitabilmente un aumento del carico di lavoro sul personale in servizio che non può essere in alcun modo considerato sufficiente anche in virtù dell’aumento dell’età anagrafica.

ETA’ ANAGRAFICA – ETA’ MEDIA

Per quanto riguarda l’età anagrafica del personale dobbiamo registrare come vi sia un aumento di quasi due anni di tutto il personale Medico dell’Area Metropolitana di Venezia che passa dai 48,86 del 2010 ai 50,82 del 2016.

Nello specifico l’età media nell’Ulss Serenissima aumenta (in media) di 2,16 anni, passando dai 49,27 del 2010 a 51,43 nel 2016. L’età media dell’Ulss 4 Veneto Orientale invece passa da anni 48,45 del 2010 a quella del 2016 di 50,21 del 2016 crescendo di 1,76 anni.

Ciò conferma come il turnover abbia solo parzialmente contenuto l’aumento dell’anzianità del personale che supera i cinquant’anni in un settore, che è bene ricordarlo, lavora su turni di 24 ore.

[Età Media Personale Medico delle Ulss dell’Area metropoltiana di Venezia]



ETA’ ANAGRAFICA – FASCE DI ETA’

Il dato che fa emergere come la situazione dei carichi di lavoro connessa all’età anagrafica sarà sempre più preoccupante ed ingestibile deriva dall’analisi dei numeri sul personale che potenzialmente potrebbe uscire nei prossimi 10 anni.

Per quanto riguarda il personale medico dell’Ulss 3 Serenissima registriamo tra i 60 e i 64 anni di età 187 unità pari al 17.02% per un totale di personale sopra i 55 anni di 446 unità pari al 40.58%.

Per quanto riguarda il personale medico dell’Ulss 4 Veneto Orientale la situazione non risulta molto differente da quella dell’altra Ulss. Registriamo tra i 60 e i 64 anni di età 59 medici pari al 16,91% per un totale di personale sopra i 55 anni di 120 unità pari al 34,38%. Risulta quindi evidente che anche qui più di un terzo del personale in servizio svolge, pur avendo superato i 55 anni di età, lavori gravosi su una turnazione di 24 ore.

Risulta preoccupante – considerando l’ambito metropolitano - che a fronte di un di 566 Medici in uscita nei prossimi 10 anni (pari al 39,09% del totale degli addetti) risultano in servizio appena 221 under 40 ovvero il 15,26% dell’attuale forza lavoro, non garantendo adeguata copertura sia numerica che, inevitabilmente di competenze, tale da garantire un’assistenza di qualità.

[Personale Medico delle Ulss dell’Area metropoltiana di Venezia diviso per fasce d’età]



Tale analisi dei dati dimostra come le nostre denunce e le nostre rivendicazioni rispetto ad una migliore organizzazione della sanità veneziana ed un maggiore investimento sul personale sia nell’interesse di tutti i cittadini.

Non è possibile pensare di avere un sistema sanitario efficiente e di qualità, con personale che aumenta di anzianità anagrafica e carichi di lavoro, che possa a lungo accettare di garantire, con la propria fatica, un sistema che progressivamente rischia il collasso.

Servono a tutti i livelli interventi urgenti per costruire un vero progetto socio sanitario che prenda in carico i cittadini e sia in grado di rispondere ai bisogni sempre crescenti della popolazione che, come tutti sappiamo, però sta rinunciando con numeri sempre più alti alle cure. Investire sui lavoratori, sui professionisti della sanità vuole dire investire sulla qualità della vita di tutti i cittadini.

MEDICI DI MEDICINA GENERALE

Per quanto riguarda il corretto e condivisibile allarme sulla medicina di base non possiamo che condividere che anche in questo caso la situazione rischia di essere molto grave.

Ci teniamo a ribadire che non tutti i mmg sono uguali: accanto ai massimalisti ( 1800 assistiti) che sono anche liberi professionisti, o che lavorano nelle Case di riposo 22 ore alla settimana, ci sono colleghi con pochi assistiti e che fanno, magari a 60 anni, ancora la guardia medica. Ci sono poi quelli che si limitano alle ore “dovute" (1 ora ogni 100 assistiti a settimana) e quelli che sono presenti in ambulatorio per 30 e più ore. Forse il primo problema “contrattuale", soprattutto dei bravi medici, è che molto sia affidato alla buona volontà dei singoli, al contrario dei medici ospedalieri che sono incardinati, come lavoratori dipendenti, in una struttura contrattuale più definita e precisa.

Come Cgil crediamo però che si possa fare una riflessione differente sulla medicina di base apprendo un confronto sulla posibilità che vi siano dirette assunzioni delle strutture pubbliche. Pensiamo ad esempio anche alle Ipab del nostro territorio che avrebbero senza dubbi dei grandi benefici ad avere personale medico interno a disposizioni di ospiti che spesso non sono autosufficienti.

L’inadeguatezza della sanità territoriale è palese, anche per responsabilità della Regione che, prima ha ridotto i posti letto ospedalieri (3 ogni mille abitanti contro gli 8 delle Germania) senza compensarli con posti letto di “strutture intermedie", poi addirittura con la DGR 1714 24/10/2017 ha tagliato ulteriormente i posti letto di strutture intermedie prima ancora di averle attivate.

Anche nella logica di sgravare i pronto soccorso il ruolo del pubblico più forte, anche attraverso la costruzione diretta delle medicine di gruppo integrate, favorirebbe la costruzione della sanità territoriale che da tempo invochiamo ma che non si riesce fino in fondo a realizzare.

Venezia, 15/02/2018.



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