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Personale ex Province - domani incontro dal Prefetto

Dopo più di due anni il percorso di riordino delle funzioni rischia di essere un fallimento

Come Organizzazioni Sindacali Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl e Csa abbiamo indetto lo stato di agitazione del personale ed il 15 dicembre incontreremo il Prefetto per chiedere che si diano certezze al personale transitato presso la Regione Veneto dalle Province e si concluda definitivamente il processo di riordino che sta pregiudicando la tenuta dei servizi. Una condizione di “sospensione" del personale transitato che vede negati i diritti sindacali e contrattuali e non viene considerato al pari del restante personale regionale.

PERSONALE DELLE FUNZIONI TRASFERITO ALLA REGIONE VENETO


Le richieste principali dei lavoratori sono riassunte nei punti sottostanti che sottoporremo alla Prefettura e alla Regione Veneto.

  • Necessità di conclusione del percorso di riordino istituzionale

La mancata e precisa individuazione delle modalità di svolgimento delle funzioni non fondamentali che la Regione Veneto ha avocato a sé sta generando confusione e utilizzo delle risorse umane in maniera non rispettosa dei ruoli, delle competenze di ognuno e delle regole stabilite dalla CCDI regionale pervenendo ad un arbitrario utilizzo di personale regionale in distacco. Peraltro non è chiaro lo status giuridico del personale "distaccato" presso le Amministrazioni Provinciali e la Città Metropolitana di Venezia e anche quale sia il rapporto tra i fondi (ad esempio il personale transitato che è stato incaricato di Posizione Organizzativa dalla Regione percepisce una parte del salario a carico del fondo ex provincia ed altra a carico del fondo regionale).
Inoltre il personale transitato, per mancata chiarezza gestionale e di utilizzo delle risorse, non ha accesso all’attività formativa, le amministrazioni coinvolte Provincia/Regione non chiariscono chi deve sostenere tali costi e che tipo di formazione va data a tali lavoratori: tutto ciò in manifesta violazione dell’obbligo formativo da parte degli enti locali previsto dal CCNL. Tale situazione di incertezza non più sostenibile sta generando diffuso disagio e concreta discriminazione fra i lavoratori.

  • Contrattazione del personale transitato

Con la Legge Regionale n. 19 del 29 ottobre 2015 è stata data applicazione alla legge 7 aprile 2014, n. 56 (cd Delrio) che aveveva suddiviso le funzioni provinciali in quelle fondamentali che rimanevano in capo alla province, rispetto a quelle non fondamentali che dovevano essere riprese dalle Regioni ed eventualmente riorganizzate.
Al comma 96 della legge Delrio era previsto che nei trasferimenti delle funzioni oggetto del riordino si applicano le seguenti disposizioni:
il personale trasferito mantiene la posizione giuridica ed economica, con riferimento alle voci del trattamento economico fondamentale e accessorio, in godimento all'atto del trasferimento, nonché l'anzianità di servizio maturata; le corrispondenti risorse sono trasferite all'ente destinatario; in particolare, quelle destinate a finanziare le voci fisse e variabili del trattamento accessorio, nonché la progressione economica orizzontale, secondo quanto previsto dalle disposizioni contrattuali vigenti, vanno a costituire specifici fondi, destinati esclusivamente al personale trasferito, nell'ambito dei più generali fondi delle risorse decentrate del personale delle categorie e dirigenziale. I compensi di produttività, la retribuzione di risultato e le indennità accessorie del personale trasferito rimangono determinati negli importi goduti antecedentemente al trasferimento (ndr: goduti al 31/12/2015 che è il giorno precedente al trasferimento avvenuto il 01/01/2016) e non possono essere incrementati fino all'applicazione del contratto collettivo decentrato integrativo sottoscritto conseguentemente al primo contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato dopo la data di entrata in vigore della presente legge; omissis.
Alla data odierna l’Amministrazione Regionale non ha fornito i fondi contrattuali riferiti al personale transitato dalle province e dalla Città Metropolitana. L’assenza della costituzione precisa dei fondi all’anno 2014 sta pregiudicando il trattamento economico del personale e penalizza lo stesso anche sulle possibilità di crescita ed evoluzione di carriera lavorativa.
Si richiama a tal proposito la nota prot. n. 20506 del 27/03/2015 esplicativa della circolare Madia n. 1/2015 della Presidenza del Consiglio dalla quale si evince che non c'è passaggio di risorse finaziarie dagli enti di area vasta e pertanto la Regione avrebbe dovuto costituire i fondi destinati agli ex dipendenti delle province già dal 2016, anno di assunzione, con risorse proprie e applicando il principio stabilito con il suddetto comma 96 della legge Delrio.
La corretta quantificazione del fondo per il salario accessorio dei dipendenti è stata determinata nell'Ipotesi di contratto decentrato integrativo fra regione RSU e OOSS del 4 aprile 2017, individuandola con riferimento all'anno di competenza 2014 nella corretta applicazione della norma di salvaguardia che fissava gli importi goduti antecedentemente al trasferimento. Infatti la Regione Veneto ha ricevuto dalle Province le schede individuali con i dati degli importi goduti antecedentemente al trasferimento che, sommati, definiscono il fondo da costituire per la produttività dei dipendenti delle singole Province parallelamente al fondo per il lavoro straordinario.
Con il Decreto del Presidente della Regione Veneto del 30 ottobre 2015 è stato approvato l'accordo per le procedure di ricollocazione del personale stipulato in sede di osservatorio il giorno stesso. In tale accordo viene confermata la decorrenza dal primo gennaio, viene confermata per dirigenti e posizioni organizzative la retribuzione di posizione goduta al 31/10/2015 (art. n. 4) mentre per la restante parte dei dipendenti viene lasciata l’iniziativa alle determinazioni delle diverse province: "ogni provincia individua e quantifica puntualmente le quote dei propri fondi per il trattamento accessorio". In questo modo si demanda ad altro Ente l'onere delle decisioni e si creano di fatto le condizioni per una disparità di trattamento incompatibili con l’art.45, comma 2° del D.lgs 165/200, che non è derogato da quanto dispone la Legge 56/2014.
Si evidenzia inoltre che sono state violate le norme che regolano le relazioni sindacali in materia di contrattazione del fondo, contrattazione che non è mai avvenuta per i sette fondi delle Province. Tale mancanza ha di fatto impedito di negoziare l’applicazione di alcuni istituti quali la proressione economica all’interno delle categorie, in analogia con quando disposto dal Contratto Integrativo Decentrato della Regione Veneto.

E’ bene ricordare come le funzioni cosiddette “non fondamentali" siano competenze fondamentali per il nostro territorio come ad esempio là competenze del Turismo, della Formazione Professionale o della Caccia e Pesca. Va anche ricordato che a queste funzioni si aggiungono quelle della Polizia Provinciale e dei Centri per l’Impiego che dovrebbero avere un percorso di riordino dedicato che però è al momento bloccato lasciando il personale che svolge compiti molto importanti in una situazione di forte incertezza.

Il Veneto che chiede più autonomia non si sta dimostrando all’altezza di gestire il processo di riordino delle funzioni che già gli sono attribuite e che sono importanti sia per I cittadini che per tutto il nostro tessuto produttivo.

Se non ci saranno le condizioni per addivenire ad un accordo che dia garanzia sul processo di riordino delle funzioni e sui diritti dei lavoratori presso la Prefettura sarà proclamato lo sciopero dei lavoratori in concomitanza con la discussione del Bilancio Regionale per chiedere al Consiglio Regionale impegni concreti rispetto ad una Giunta Regionale oggi sempre più assente su questa così delicata ed importante tematica.

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