QUOTA 100 – rischio paralisi nelle Funzioni Locali e Sanità
Quasi 1.500 pensionamenti tra comuni e Aziende Ulss dell’area metropolitana di Venezia previsti da febbraio 2019, data in cui dovrebbe entrare in vigore la riforma delle pensioni che prevede l’uscita a quota 100 e che rischia di falcidiare i servizi ai cittadini.
Come Cgil abbiamo sempre chiesto una radicale riforma della Legge Fornero ma allo stesso modo abbiamo rivendicato un chiaro piano di assunzioni che sostituisse le eventuali uscite e andasse a rafforzare i servizi in sofferenza.
Secondo i dati ci troviamo di fronte ad un quadro di possibili uscite che non farà altro che mettere in ginocchio i servizi, perché non vi è alcuna programmazione delle uscite ed in molti enti si rischia la vera e propria chiusura dei servizi.
In considerazione del fatto che da febbraio 2019 dovrebbe entrare in vigore la possibile riforma, dovrebbero già essere in corso le procedure per svolgere i concorsi in modo da assumere il personale in tempi utili per gestire le uscite.
Di tutto questo non c’è traccia e non risulta che vi sia una chiara programmazione in merito, senza contare che il personale che dovrebbe essere assunto avrà bisogno di completare il proprio percorso formativo e di affiancamento al fine di garantire la continuità dei servizi.
Alcuni numeri: nei comuni si prevede il pensionamento di oltre il 34% degli addetti del Comune di Cavarzere ed il 30% di lavoratori in meno del Comune di Pramaggiore. Ma anche Pramaggiore, Fossalta di Portogruaro e Noventa di Piave vedranno una percentuale di cessazioni oltre il 20%. In termini assoluti è Venezia il municipio che vedrà uscire più lavoratori (361 pari al 12,55%), seguito da Chioggia (44 pari al 18,8%).
Passando alla Sanità sono quasi 600 (pari al 7,19%) i lavoratori del comparto (profili sanitari, tecnici e amministrativi) che potrebbero essere interessati agli effetti della riforma, mentre per i medici si prefigura una riduzione del 17%.
Non vorremmo che si usasse l’uscita di una parte consistente del personale per privatizzare i servizi come in parte sta già avvenendo in sanità per la carenze di medici o infermieri.
Come Cgil chiediamo alle Istituzioni del nostro territorio ed in particolar modo a Regione e Anci di aprire subito un confronto che metta al centro i fabbisogni di personale e gli strumenti per rilanciare i nostri servizi evitando che questa riforma diventi uno strumento per ridurre il perimetro pubblico dei servizi pubblici.
Venezia, 18 ottobre 2018.
DETTAGLIO COMUNI
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October 18th, 2018