Riapertura Servizi Educativi - non facciamo campagna elettorale sulla salute dei bambini
Apprendiamo con sconcerto che la Regione Veneto sta valutando di aprire i servizi educativi per concludere questo anno scolastico, ci pare una scelta più improntata alla campagna elettorale in arrivo che alla salute dei bambini.
Come Cgil siamo già estremamente preoccupati per la riapertura dei centri estivi e delle attività ricreative che pur essendo svolte all’aperto non sono comunque esenti da rischi per la salute dei bambini, delle educatrici, delle insegnanti e del personale ausiliario.
Siamo consapevoli che dopo tre mesi serva ai bambini ritrovare momenti di socialità e per questo abbiamo ritenuto, pur con diverse riserve, la riapertura dei centri estivi come una possibile risposta ai bisogni dei più piccoli e delle famiglie. Non ci sfugge nemmeno che la chiusura dei servizi educativi sta pesando, a causa delle mancanze del Governo, quasi interamente sulle donne.
Equiparare però il progetto educativo alle attività ricreative non solo è umiliante per tutto il personale che opera nelle scuole, che non fanno certo i sorveglianti, ma è anche un azzardo per la salute dell’intera comunità.
Non è accettabile che si affronti il problema delle scuole solo e soltanto come una questione di protocolli per la salute, ammesso che la si riesca a garantire, come se fosse un supermercato o un’azienda di bulloni perché al centro dovrebbe stare anche il valore pedagogico della scuola e l’importanza che nella riapertura non venga accantonato.
L’attività didattica, specialmente nella fascia 0/3 anni, è fondata sul contatto e sul legame tra bambini e educatrici e non può in alcun modo essere equiparata ad una semplice attività ludica.
Quello che emerge dai confronti che la Regione Veneto sta tenendo è che si equiparano i servizi educativi ai centri ricreativi con il chiaro risultato di buttare via l’alto valore della scuola trasformandola solo un parcheggio in cui i genitori lasciano i bambini.
Sarebbero da valutare con le lavoratrici e degli esperti delle eventuali sperimentazioni per la fascia 3/6 anni in modo da capire come costruire le condizioni per una vera ripresa a settembre e utilizzare un gruppo di lavoro con pedagogisti ed esperti del settore che possono contribuire a ripensare gli spazi, le modalità della didattica e l’approccio con i bambini e le famiglie. Di tutto questo non vediamo minimamente traccia.
Come Fp Cgil di Venezia è bene che la Regione sappia che ci opporremo con tutte le forze valutando tutte le forme di mobilitazione possibile a riaperture generalizzate che non garantiscono la salute delle lavoratrici e che cancellano il valore educativo delle nostre scuole.
Come Cgil siamo già estremamente preoccupati per la riapertura dei centri estivi e delle attività ricreative che pur essendo svolte all’aperto non sono comunque esenti da rischi per la salute dei bambini, delle educatrici, delle insegnanti e del personale ausiliario.
Siamo consapevoli che dopo tre mesi serva ai bambini ritrovare momenti di socialità e per questo abbiamo ritenuto, pur con diverse riserve, la riapertura dei centri estivi come una possibile risposta ai bisogni dei più piccoli e delle famiglie. Non ci sfugge nemmeno che la chiusura dei servizi educativi sta pesando, a causa delle mancanze del Governo, quasi interamente sulle donne.
Equiparare però il progetto educativo alle attività ricreative non solo è umiliante per tutto il personale che opera nelle scuole, che non fanno certo i sorveglianti, ma è anche un azzardo per la salute dell’intera comunità.
Non è accettabile che si affronti il problema delle scuole solo e soltanto come una questione di protocolli per la salute, ammesso che la si riesca a garantire, come se fosse un supermercato o un’azienda di bulloni perché al centro dovrebbe stare anche il valore pedagogico della scuola e l’importanza che nella riapertura non venga accantonato.
L’attività didattica, specialmente nella fascia 0/3 anni, è fondata sul contatto e sul legame tra bambini e educatrici e non può in alcun modo essere equiparata ad una semplice attività ludica.
Quello che emerge dai confronti che la Regione Veneto sta tenendo è che si equiparano i servizi educativi ai centri ricreativi con il chiaro risultato di buttare via l’alto valore della scuola trasformandola solo un parcheggio in cui i genitori lasciano i bambini.
Sarebbero da valutare con le lavoratrici e degli esperti delle eventuali sperimentazioni per la fascia 3/6 anni in modo da capire come costruire le condizioni per una vera ripresa a settembre e utilizzare un gruppo di lavoro con pedagogisti ed esperti del settore che possono contribuire a ripensare gli spazi, le modalità della didattica e l’approccio con i bambini e le famiglie. Di tutto questo non vediamo minimamente traccia.
Come Fp Cgil di Venezia è bene che la Regione sappia che ci opporremo con tutte le forze valutando tutte le forme di mobilitazione possibile a riaperture generalizzate che non garantiscono la salute delle lavoratrici e che cancellano il valore educativo delle nostre scuole.
23 maggio 2020
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May 24th, 2020