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Ulss 3 - fermiamo la privatizzazione della sanità


Cooperative e precariato dei medici mettono in crisi il sistema

Anche a Venezia il reclutamento di medici attraverso cooperative o contratti in libera professione è oramai un fenomeno diffuso che sta determinando la privatizzazione di una parte di servizi con evidenti rischi di mettere in discussione l’assistenza e la qualità del lavoro dei medici.

La carenza di personale riguarda tutte le professioni sanitarie che sono in prima linea per gestire il servizio sanitario e le prestazioni agli utenti.

Non possiamo che denunciare come si stia tentando di ovviare alle carenze di organico spostando a cooperative o a prestazioni in libera professione servizi la cui qualità dovrebbe essere messa al centro e garantita dal servizio pubblico.

Siamo al paradosso che le guardie nei reparti sono effettuate da personale medico di cooperative, i turni degli anestesisti, del Suem 118 o dei Pronto Soccorso possono essere garantiti solo con le privatizzazioni.

Le determine e le delibere dell’Azienda Ulss 3 sono evidenti, per citare alcuni casi:

  • con delibera numero 1612 del 21/8/2018 si chiede con urgenza la definizione di un incarico libero professionale per le cure palliative dell’Ospedale di Chioggia.
  • La determina 14/20 del 17/8/2018 che assegna 4 incarichi libero professionali in merito all’attività di pronto soccorso dell’Ospedale dell’Angelo.
  • La determina n. 1126 del 03/07/2018 conferma come il Punto di Primo Intervento del Lido sia affidato alla gestione di una cooperativa per un importo pari a 10.029 euro.
  • Determina n. 1215 del 12/07/2018 per affidamento servizio di copertura turni di medici per l’UOC di Ostetricia e Ginecologia dei Presidi Ospedalieri di Mirano e di Dolo per i mesi di luglio ed agosto 2018 per un importo di 19.200 euro.
  • La determina 1189 del 11/07/2018 che prevede l’affidamento del servizio di copertura turni di guardia interdivisionale di medici per il dipartimento Chirurgico e Medico dell’Ospedale di Chioggia alla ditta Novamedica Soc. Coop. Sociale ONLUS, per un importo complessivo presunto pari ad Euro 39.816,00 IVA

A questo si aggiunge il paradosso per cui l’Ulss utilizza medici già in pensione per garantire i servizi, ad oggi circa 36, (pur considerando la positività di un impegno volontario che codesti offrono) e su cui auspichiamo non emergano eventuali criticità o conflitti di interesse con eventuale attività svolta all’esterno.

L’esodo di questi mesi non sta facendo altro che aggravare questa situazione dato che vi sono specialisti che, con le loro dimissioni determinano la riduzione o la chiusura dei servizi.

È il caso, ad esempio delle cure palliative a Chioggia dove non vi è più nessun medico. Allo stesso modo la riduzione di prestazioni presso la Pediatria, sempre di Chioggia, o la Radiologia di Mestre e la Cardiologia di Mirano.

Appare anche grave che vi sia un unico Medico Competente di sorveglianza sanitaria, che svolge funzioni di controllo e verifica dello stato di salute del personale, e due in convenzione quando ne servirebbero almeno 6 secondo gli standard.

La mancata programmazione parte da lontano, ma le istituzioni non se ne stanno facendo carico e gli interventi d’urgenza, l’utilizzo di cooperative e i contratti precari che consentono di superare le normative di reclutamento del personale da queste spese si imputano tra “acquisto di beni e servizi" e non “spese del personale" stanno determinando una situazione in cui i fabbisogni di personale passano in secondo piano e ci si occupa solo di provare a tappare i buchi e a gestire l’emergenza.

Si sta formando un esercito di riserva che niente ha a che vedere con la qualità dei servizi e delle prestazioni tanto decantate sulla qualità della sanità veneta.

Queste difficoltà emergevano in tutte le nostre analisi sul personale medico dove è evidente come l’età media sia in costante crescita e il rischio di un’uscita di personale sta determinando un calo delle prestazioni.

Come Cgil chiediamo urgentemente al Direttore Generale Dal Ben di attivare un tavolo straordinario sulle carenze di organici per far emergere le gravi difficoltà che sta vivendo la sanità veneziana e rivendicare diverse risposte da una Regione che sta investendo in altri territori con il chiaro obiettivo di farci diventare un’area si secondo piano sui servizi socio sanitari.

In queste ore si sta discutendo il nuovo Piano Socio Sanitario e per questo servono risposte chiare e fatti concreti con il sostegno di tutte le forze politiche perché in alternativa non potremo che mettere in campo un’azione di sensibilizzazione della cittadinanza per costruire una mobilitazione sociale a difesa della salute dei veneziani che non può essere lasciata solo sulle spalle dei lavoratori.

Venezia, 12 settembre 2018.







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