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Centri per l'Impiego: perché siamo contrari all'ipotesi Veneto Lavoro

Il confronto regionale sui Centri per l'Impiego assume una rilevanza particolare a seguito del collegato alla legge finanziaria regionale che, con un colpo di mano, vorrebbe far passare il personale presso l’Ente Veneto Lavoro. Come Cgil siamo manifestiamo tutta la nostra contrarietà a questa ipotesi che non risponde alle esigenze dei centri per l’impiego e al rilancio delle politiche del lavoro nella nostra Regione.

Dobbiamo ricordare che, oltre ai compiti sempre svolti, negli ultimi anni sono state attribuite ai Centri per l’Impiego nuove competenze, in particolare per quanto riguarda il lavoro stagionale.

Le migliaia di lavoratori stagionali che intendono accedere alle forme di sostegno al reddito, NASPI, devono siglare il Patto di Servizio proprio presso il Centro per l’Impiego al fine di agevolare la ricerca di una nuova occupazione. Questo prevede l’obbligo di partecipare ai corsi di formazione per i quali si è chiamati a partecipare, e l’accettazione di proposte di lavoro congrue, più precisamente:

  • Partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro;

  • Partecipazione ad iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;

  • Accettazione di congrue offerte di lavoro come definite dall’articolo 25 del decreto legislativo numero 150.

Si tratta di quelle che chiameremmo “politiche attive del lavoro" e che non dovrebbero essere viste come un sussidio ma come reali strumenti per costruire la possibilità di un reimpiego del lavoratore. La destrutturazione del sistema pubblico rischia invece di tradursi esclusivamente in un percorso burocratico e formale in cui i Centri per l’Impiego, proprio per la grande mole di lavoro, rischiano di trasformarsi in timbrifici.

In questi anni si è scelto di ridurre l’attività dei centri per l’impiego a partire dalla non sostituzione del personale i cui numeri, degli ultimi tre anni, sono del tutto evidenti con un calo di quasi il 15% passando da 483 lavoratori a 416.

Personale in Servizio al 1° gennaio 2017 nei Servizi all’impiego del Veneto



L’Assessore Donazzan ha fatto un vero e proprio blitz, su cui stiamo facendo un approfondimento legale, nel collegato alla legge finanziaria regionale esautorandola Terza Commissione del Consiglio dove è incardinata la legge di riforma delle politiche del lavoro.

Come Cgil crediamo che serva una discussione vera per il rilancio delle politiche del lavoro nel nostro territorio e che pertanto qualunque ipotesi di spostamento di competenze a Veneto Lavoro andrebbe, se si vuole dargli una parvenza di serietà, almeno accompagnato da un credibile piano industriale di cui oggi non abbiamo notizia.

L’Assessore Donazzan ha scelto la strada del collegato per evitare il confronto e la discussione e perché sa bene che la legge Finanziaria approvata dal Parlamento l’avrebbe obbligata ad accettare il passaggio del personale presso la Regione, dato che siamo sprovvisti di un’agenzia per il lavoro a differenza di altre regioni.

Veneto Lavoro è un ente che si dovrebbe occuparsi di analisi e statistiche, non certo di gestire le politiche del lavoro nel nostro territorio. Si vuole fare questa scelta per incentivare enti strumentali di cui, altrimenti, si dovrebbero discutere finalità e mantenimento dentro al piano di riordino delle società partecipate e degli entri strumentali che la Giunta dovrebbe adottare.

Per tutte queste ragioni come Cgil ribadiamo il nostro no ad un trasferimento coatto, senza garanzia e senza il chiaro obiettivo di rilanciare le politiche del lavoro nell’interesse dei cittadini e delle imprese.

Venezia, 23.01.2018.




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