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PIANO DI EMERGENZA SANITÀ: SENZA INVESTIMENTI E ORGANICI NON SI REGGE

La Regione Veneto ha approvato recentemente una delibera, DGR 552 del 5.5.2020, di riorganizzazione della rete ospedaliera che contempla eventuali nuove emergenze sanitarie.
Nella stessa delibera si anticipa anche al 30 giugno il termine per l’adeguamento dei PL previsto dall’applicazione delle schede ospedaliere (dgr.614/2019 che era previsto entro il 31.12.2020

Nella delibera vi è una revisione dei posti letto, in particolare per quelle aree a cui serve sostegno in caso di emergenza ma non si prevede in alcun modo di investire in nuovo personale.
Come Cgil riteniamo questa scelta profondamente sbagliata perché senza un rafforzamento degli organici non sarà possibile affrontare in modo adeguato eventuali nuovi emergenze che dovranno presentarsi.

Anche l’anticipo dell’attuazione delle schede ospedaliere non può che destare più di qualche preoccupazione dato che nei nostri 5 ospedali sono ancora diverse le questioni aperte. Ci paiono molto difficili da rispettare i tempi, visto che molte delle attivazioni sono legate ad adeguamenti strutturali. Il rischio che si corre è che sulla carta tutto sia pianificato ma nella realtà i posti letto previsti non ci siano, né mai ci saranno. E questo a scapito dell’assistenza e dei servizi ai cittadini.
L’epidemia ancora in corsa ha dimostrato come la scelta di tagliare i posti letto si sia dimostrata sbagliata e questa parziale retromarcia dimostra come ci sia bisogno di un rafforzamento degli Ospedali e una vera strutturazione dei livelli territoriali.

È del tutto evidente che se questa emergenza ha colto tutti impreparati oggi dobbiamo ragionare di una convivenza con il virus che deve permettere alla sanità pubblica di affrontare nuovi focolai senza sospendere tutte le cure ai cittadini come è stato nei tre mesi passati.
Per fare questo serve rafforzare gli organici in ragione del fatto che il personale è poco e con un’età media oltre i 48 anni. Va inoltre sottolineato come quasi la metà dei lavoratori del comparto (49%) ha un’età superiore a 50 anni (età media uomini 48,92 età media donne 48,03), mentre considerando il personale medico abbiamo il 60% di lavoratori over 50 (età media uomini 54,12 età media donne 48,45).

Nel piano si prevede che l’Ulss Serenissima dovrà predisporre un piano aziendale che individui per i posti letto da attivare: il fabbisogno di dotazione strumentale e attrezzature, il fabbisogno straordinario di personale e il fabbisogno formativo del personale.

MESTRE
• manca ancora il completamento dell’attivazione dei PL di area medica (91 anziché 97) si stanno svolgendo molti lavori strutturali e tecnologici, per fare spazio a 6 posti letto di ematologia per i trapianti di midollo allogenici che dovrebbero partire entro l’estate. Pronto Soccorso ristrutturato, anche se viene ancora ritenuto insufficiente per l’afflusso di persone.
• in caso di emergenza si attivano i posti letto:
◦ terapie intensive pl 24 + 2 pl Creu = tot.26
◦ pneumologia subintensiva pl 13 + pl 12 = tot 25
◦ malattie infettive pl 5 + 30 pl = tot. 35

VENEZIA
aree mediche internistiche saranno collocate nel Padiglione Gaggia che è in ristrutturazione. Era previsto una riduzione dei posti letto della Malattie Infettiva, ma viste le nuove necessità si confermano i 10 posti letto. Al posto della Lungodegenza è stato attivato l’Ospedale di Comunità. Ancora da riattivare tutti i reparti dopo l’emergenza Covid (stiamo verificando)
• 10 posti letto di recupero e riabilitazione funzionale = mai attivati .
• strutture intermedie = attivato OdC con 21 pl anziché 24 = ne mancano 3
• in caso di emergenza si attivano i posti letto:
◦ terapie intensive pl 8 + 2 pl Creu = tot.10
◦ malattie infettive pl 10

DOLO Ospedale Covid
• 45 posti letto di recupero e riabilitazione funzionale (cod.56) = mai attivati
• 6 posti letto di lungodegenza soppressi
• area Materno Infantile non ancora riattivata dopo emergenza = pl. 25 non presenti
• strutture intermedie = 24 pl di Ospedale di Ospedale di Comunità mai attivati
• in caso di emergenza si attivano i posti letto:
◦ terapie intensive pl 6 + 9 pl Creu + 14 emergenza = tot.29
◦ pneumologia subintensiva pl 34 + pl 14 = tot 48
◦ malattie infettive pl 70
◦ totale per emergenza 147 posti letto attivati

MIRANO
• 45 posti letto di di recupero e riabilitazione funzionale (cod.56) = mai attivati
• totale posti letto 213 anziché 258
• strutture intermedie = 12 pl di Ospedale di Comunità = mai attivati
• in caso di emergenza si attivano i posti letto: terapie intensive pl 10 + 9 pl Creu = tot.19

NOALE
• 74 posti letto di Lungodegenza soppressi
• strutture intermedie
◦ +20 posti letto di ODC mai attivati
◦ +24 posti letto di URT mai attivati
◦ +10 posti letto Hospice mai attivati

CHIOGGIA
• 16 pl di recupero e riabilitazione funzionale (cod.56) = mai attivati
• 14 posti letto di lungodegenza soppressi
• strutture intermedie
◦ attivati 12 posti letto di ODC previsti 20 = ne mancano 8
◦ 5 posti letto Hospice = mai attivati
• in caso di emergenza si attivano i posti letto: terapie intensive pl 6 + 2 pl Creu = tot.8

L’ampliamento dei posti letto in caso di emergenza prevede quindi un aumento di 280 nel pubblico e di 52 nel privato.
Per essere preparati a queste riconversioni si deve pensare con urgenza, compito affidato dalla delibera alla struttura regionale, ad una formazione/addestramento a tappeto del personale che deve essere pronto ad intervenire nei posti letto di TI o Sub Intensiva.

Rileviamo anche come nella delibera non si parli del territorio e dei MMG che invece devono essere coinvolti e auspichiamo che arrivino presto delle linee guida.
Altro punto che ci pare sospeso ed invece è rilevante è il mancato coinvolgimento delle diagnostiche, ma sappiamo che serve prevedere anche qui percorsi dedicati e organici adeguati

Allo stesso modo, visto quanto accaduto con l’emergenza, siamo molto sorpresi che non si definiscano rafforzamenti chiari per il ruolo che devono svolgere le Medicine Preventive e i Medici Competenti.

Come Sindacato chiediamo che si apra un confronto vero su questa importante riorganizzazione e che al contempo si prevedano stanziamenti aggiuntivi a favore delle Ulss per far fronte all’emergenza.
Non è pensabile che si pensi di affrontare una stagione in cui il nostro sistema sanitario può essere sottoposto a forti stress organizzativi che ricadono sui lavoratori e sui cittadini con le stesse risorse del passato e con la stessa mentalità che ci ha portato al rischio del collasso del nostro sistema.
Venezia, 13 giugno 2020.

FP CGIL VENEZIA


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